Criptovalute, uno spiraglio da Samsung

30.Gen.2019Editoriale

Articolo pubblicato su “Milano Finanza” del 30 gennaio 2019

Un tempo tenevamo la sveglia sul comodino e un orologio al polso. Poi sono arrivati i cellulari e tutto è cambiato. È quello che si avvia ad accadere per la blockchain, una rivoluzione culturale (prima ancora che tecnologica), che sta per arrivare nelle mani di tutti. Letteralmente nelle nostre mani perché, dopo il gigante Huawei, più di un indizio porta a Samsung con la prospettiva di creare portafogli virtuali basati sul protocollo blockchain in grado di conservare criptovalute ed effettuare pagamenti. Queste applicazioni sarebbero già preinstallate sugli ultimi modelli di smartphone di prossima commercializzazione.

La barriera immaginaria che divideva la gente comune dagli esperti è definitivamente crollata nel 2018, quando il mondo intero – per diversi mesi – non ha fatto altro che parlare di bitcoin e criptomonete. Il 2019 sarà invece l’anno decisivo per la definitiva affermazione del fintech nel mondo: istituti bancari, multinazionali e organismi internazionali stanno marciando proprio in questa direzione, seguiti a ruota da imprenditori, investitori e risparmiatori rassicurati dalla prospettiva di una imminente e definitiva regolamentazione del settore.

Perché è questa la parte che manca ancora e che rischia di rallentare uno sviluppo fin qui rapidissimo. Leggi e regolamenti sono processi lenti e complessi. Bisogna analizzare la situazione, guardarla da prospettive diverse, prevederne il più possibile gli sviluppi e trovare una sintesi concretamente applicabile in tutti i Paesi del mondo.

E se lo scorso anno meno dello 0,4% della popolazione mondiale conosceva questa materia (un dato che abbiamo denunciato nel saggio “Cripto-Svelate”), è facile comprendere quali sono le prospettive di crescita se si riuscisse a coinvolgere anche solo una parte della larghissima fetta di popolazione che ancora non ha sfruttato le sue straordinarie potenzialità. Si tratta di un mercato vastissimo, formato da miliardi di persone.

Il futuro, come detto, è dunque nelle nostre mani. Pensiamo ad uno strumento che utilizziamo tutti i giorni. Lo smartphone ormai è diventato un’estensione del nostro corpo. Lo consultiamo in media ogni sette minuti ed è difficile oggi immaginare (o anche solo ricordare com’era) una vita senza. Il settore Mobile ha cambiato tantissime delle nostre abitudini e adesso si appresta a farlo anche nell’ambito dei pagamenti.

Da questa rivoluzione non poteva essere escluso il settore bancario. Gli istituti hanno effettuato ricerche di mercato e test per sviluppare portafogli digitali. L’ultima è stata l’olandese ABN AMRO che ha tastato l’interesse di un campione composto da centinaia di clienti. Pochi giorni fa, invece, la svizzera Falcon ha introdotto un servizio che consente di gestire, trasferire e archiviare criptovalute, mentre già nel luglio 2017 era stata autorizzata a gestire asset basati su blockchain dall’Autorità Federale di Vigilanza Finanziaria locale.

La blockchain però ha tantissime altre possibilità di applicazione. Un esempio ulteriore è quello del voto e dei sondaggi. A Zugo, in Svizzera, solo pochi mesi fa è stato effettuato un test di voto basato proprio su questa tecnologia. Blockchain applicata al voto significa niente brogli, nessuna scheda
contestata, ma certezza dell’espressione della volontà popolare. Ed in questo senso la sicurezza e l’immutabilità della “catena dei blocchi” possono risultare risorse preziose anche nei sondaggi: di fatto, applicare a questi le potenzialità della tecnologia blockchain può contribuire in modo significativo a migliorare la qualità del dibattito politico, scongiurando rilevazioni inaffidabili che rischiano di disorientare gli elettori. Stesso discorso per le indagini di mercato: l’analisi delle scelte di consumo sarà mirata e le relative strategie di marketing assunte dalle aziende saranno più performanti.

Come non parlare infine della sanità? Dalla filiera del farmaco alla protezione (e integrità) dei dati personali, con la blockchain uno dei settori che cambierà di più è proprio quello della salute. Anche in questo caso, le possibili applicazioni sono infinite. Su questo tema, noi di Consulcesi Tech siamo stati invitati a partecipare il prossimo 21 febbraio in qualità di esperti ad un incontro organizzato in Senato dalla Link Campus University e dal Senatore Pierpaolo Sileri, presidente della Commissione “Igiene e Sanità” di Palazzo Madama.

Insomma, la blockchain rappresenta una rivoluzione paragonabile ad internet o alla televisione. Come detto, però, resta il nodo della regolamentazione del settore. Esistono già alcune realtà che hanno provveduto a superare questo problema attraverso la nascita di fondi regolamentati. Il primo in Europa è stato il “ConsulCoin Cryptocurrency Fund”, creato da Consulcesi Tech. Questa è la nosta risposta ad una sfida lanciata da tempo, ovvero operare in un contesto basato sulla certezza del diritto e sulla fiscalità. Perché solo un impianto di regole forte e ben strutturato può assicurarci un futuro ricco di nuove e incredibili opportunità.