Blockchain, Link Campus University: «Molto è stato fatto, molto ancora c’è da fare»

08.Mar.2019Interviste

«Eravamo appassionati di Blockchain, e poi siamo diventati ricercatori». Monica Costantini e Carlo Maria Medaglia della Link Campus University hanno partecipato al convegno “Blockchain in sanità” ed hanno elencato che cosa l’università ha fatto e cosa ha intenzione di fare nel campo di questa nuova tecnologia.

«Lavoriamo sulla Blockchain da parecchio – ha dichiarato Costantini-. Abbiamo creato una criptovaluta per l’Università, abbiamo certificato su Blockchain i titoli di studio e ora stiamo lavorando sulla tracciabilità». L’università ha anche oragnizzato un master in Blockchain ed Economia delle Criptovalute in collaborazione con Consulcesi Tech: «L’obiettivo è formare nuove professionalità e creare nuove competenze tecniche e teoriche. Quando parliamo di queste nuove tecnologie – ha proseguito -, è sempre importante conoscere la tecnica e come utilizzarla, e questo è il nostro obiettivo».

Molto è stato fatto quindi dall’Università e dalle aziende italiane, ma c’è ancora molto da fare. Il dottor Medaglia ha spiegato perché: «Tutto il mondo sta lavorando su queste nuove tecnologie e, come tutto quello che è a livello globale, dobbiamo agire in tempo. L’Italia ha fatto molto negli ultimi 18 mesi, ma deve ancora lavorare sotto il profilo regolatorio e industriale. Altrimenti non sarà in grado di mantenere la posizione eccellente che ha conquistato».

E questo è particolarmente vero per la sanità, che è stata al centro del dibattito: «Tutti noi vogliamo che l’Italia sia un attore eccellente, quale è oggi, nei campi della sanità e della sanità digitale. In questo modo potrà rafforzare il suo sviluppo industriale e garantire molti posti di lavoro».

Le possibili applicazioni della Blockchain in sanità sono infinite: infatti, la tecnologia può garantire dati certificate e trasparenti, nuova logistica, la somministrazione personalizzata dei medicinali, tracciabilità di farmaci e la condivisione di cartelle cliniche. Solo per citarne alcune. Ed a livello europeo molte di queste stanno per essere realizzate: «C’è un grande progetto europeo chiamato “My Health My Data” – ha detto Monica Costantini – che coinvolge diversi Paesi ed ospedali europei per discutere su questi temi. La tecnologia Blockchain sta crescendo in fretta, e noi condividiamo dati e saperi nel tentativo di raggiungere un obiettivo comune».

Infine, la Blockchain può anche coprire un ruolo importante nel settore dell’Educazione Continua in Medicina (ECM). Medici e professionisti sanitari, dopo la laurea e la specializzazione, devono sempre studiare e stare al passo con le innovazioni e le scoperte scientifiche. Sono quindi obbligati a seguire conferenze, congressi e lezioni, e a dimostrare di aver conseguito il numero di crediti che la Legge richiede. La Blockchain può dimostrare in modo trasparente e immodificabile la loro partecipazione agli eventi formativi: «La certificazione della formazione è sempre importante – ha detto Carlo Maria Medaglia -. Soprattutto quando andiamo dal medico, vogliamo tutti sapere se ha frequentato un certo numero di corsi, ma anche se la sua formazione day-by-day è certificata. Credo che questo sia vero e riguardi tutte le professioni, ma è ovvio che la formazione ECM è molto più importante che in altri ambiti».

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